Descrizione
Il profilo dell’artista torinese Carol Rama tracciato da chi l’ha conosciuta. Galleristi, amici, familiari, collezionisti raccontano, dagli anni dell’infanzia alla maturità, gli incontri e le ispirazioni di una donna ribelle che ha voluto guardare con tenerezza e rabbia negli angoli oscuri dell’umanità.
«Di Carol Rama è stato molto scritto e detto. E fotografato. E filmato. L’artista e la persona – la persona, non il personaggio – sono di grande ricchezza e anomalia nel panorama dell’arte e della cultura del Novecento, come ci raccontano i quadri che Carol ha dipinto, le frequentazioni che ha avuto, le stratificazioni di memorie della sua casa. (…). Gianna Besson riprende una sua video-intervista all’artista effettuata nel 1998 e l’aggiorna con una biografia raccontata, che volutamente trascura notazioni critiche e storico artistiche per concentrarsi sul flusso dell’esistenza di Carol Rama, con una ricostruzione quasi dall’interno dei suoi umori di ragazza, di giovane artista, di donna lucida e “puntuta” che si organizza la vita in autonomia, seppure con molte amicizie, spesso intellettuali. Tanto è vero che la ricostruzione di Gianna Besson avviene soprattutto attraverso le parole e i ricordi di chi ha conosciuto da vicino e frequenta Carol Rama a vario titolo, dall’amica di sempre che abita due piani sotto di lei al gallerista di tanti decenni, all’amico artista collezionista. Raccoglie aneddoti, riporta alcune frasi dette da Carol in interviste rilasciate nel corso della sua vita, acquisisce informazioni con piglio giornalistico ma con tutta la difficoltà, denunciata, di giungere a notizie certe, perché Carol ha sempre amato lavorare sulla realtà così come ha fatto nei suoi dipinti, scomponendo e ricomponendo, per restituirci visioni più che verosimiglianze» (dalla prefazione di Maria Cristina Mundici)