Descrizione
A distanza di circa un anno dall’uscita del libro “L’incanto della maschera. Origini e forme di una testa vuota”, Fernando Mastropasqua e Ferdinando Falossi presentano il secondo volume, “La poesia della maschera. Una testa vuota fonte di conoscenza”.
Dopo l’Incanto, la Poesia. La maschera è il teatro.
“L’Incanto della Maschera” aveva per obiettivo quello di inquadrare la cultura della Grecia classica, e in particolare il teatro e il suo concetto di metamorfosi dell’attore, da una prospettiva antropologica. La Poesia della Maschera affronta il problema del linguaggio poetico della maschera stessa. Si entra nel dettaglio dei tre diversi generi del teatro greco del periodo classico: Commedia, Tragedia e Dramma Satiresco, e si vede come la tecnica costruttiva della maschera e le sue dinamiche vadano di pari passo con l’evoluzione del linguaggio teatrale.
La maschera si genera nella sfera della rivelazione del sacro. Il suo emergere originario è cavità abitata da potenze aliene e ignote capaci di riversare al di là del vuoto la manifestazione visibile della loro presenza. Imbevuta di sostanza spirituale, si pone in prima istanza come fenomeno cultuale di comunicazione, ma espande ben presto il proprio linguaggio iconico oltre i confini del soprannaturale. La cavità apre tutte le strade della metamorfosi. Se essere l’originale, e non semplicemente rappresentarlo, è lo specifico dell’icona, allora, quando ciò che si rende presente non è più uno spirito o un dio ma il dolore dell’uomo o la sua capacità di ridere del proprio esser nato, quel pianto e quel riso acquistano la dimensione di una conoscenza esperienziale della vita. Nel momento in cui la maschera accoglie le istanze vitali della sfera umana, ovvero nella stagione del Teatro, il verbo liturgico si fa linguaggio poetico e, alle origini della nostra cultura, nascono forme d’arte come la Tragedia, la Commedia, il Dramma Satiresco. Da quel momento lo spazio cavo della maschera accoglie una molteplicità di esseri ai quali darà voce ed espressione, ma indossare un’icona e divenire ciò che una maschera rende presente continuerà a contaminare di sacro anche ciò che è squisitamente umano.