Descrizione
Domenico Borrelli scolpisce corpi e figure, usando tecniche e materiali classici (bronzo, marmo) e, con maggiore libertà, materiali come il legno, il gesso, la resina e la paraffina. Genera (o rigenera) figure irreali, attivando energie metamorfiche e pescando nel grande serbatoio dell’immaginario mitico. Si ingegna per dar vita a paradossali e fantastici organismi plastici umanoidi. Lavora con calchi, impronte dirette e reali di presenze (di se stesso, di uomini, donne e bambini). Mette in relazione sinergica i suoi personaggi con lo spazio circostante attraverso installazioni che attivano specifiche tensioni estetiche, esistenziali e ambientali. Crea delle vere e proprie sculture di situazione, trasformando di volta in volta il contesto in parte essenziale dell’operazione artistica. Entra dentro gli elementi portanti dell’anatomia umana. Analizza, destruttura e rielabora, anche con effetti iperbolici, le articolazioni ossee. E lo stesso fa con elementi portanti dello spazio abitabile, con i mattoni trasformati in bianchi e eterei elementi in paraffina, che vengono accatastati, impilati, o impiegati per elevare dei muri di costruzioni appena avviate o interrotte. Mette a nudo, addirittura in trasparenza, la fragile anatomia della dimensione architettonica primaria, così come quella delle tracce plastiche dei corpi con cui entra in rapporto. “… costruire, modellare, estrarre pensieri sciolti in mattoni… la fatica accompagna il giorno e la notte. Là, dove trovo rifugio, abito il mio corpo e sono sereno…”. Questa è la frammentaria dichiarazione di intenti dell’artista, che ha singolari valenze intimiste e esistenziali, e anche una fluidità di tono che sottolinea l’anima processuale, fenomenologica, spazio-temporale, dell’impegno operativo. (dal testo di Francesco Poli)